Un rientro complicato

Un rientro complicato

17.15

18.41

19.06

19.30

20.15

21.00

21.45

22.00

23.00

22.45

Sto dando – letteralmente – i numeri? Beh, in generale non è da escludere, in effetti, ma in questo caso la sequenza ha un senso molto preciso: si tratta infatti degli orari di partenza del mio volo Washington – San Francisco per come erano stati via via aggiornati dalla United (ho tanto di prove su Hotmail 🙂 ).

Venerdì scorso, infatti, proprio mentre stavo arrivando all’aeroporto, era scoppiato letteralmente il diluvio universale. “Per fortuna che ha cominciato a piovere solo a pochi chilometri dall’aeroporto: mi è andata bene!” avevo ingenuamente pensato. Appena arrivo, scopro che il volo, originariamente programmato per le 17.15, è spostato appunto alle 18.41. Fastidioso, ma pazienza, fin qui nulla di eccezionale.

È solo quando giungo nei pressi del gate che comincia la sequenza dell’orrore. Scopriamo infatti – o almeno così ci viene comunicato – che a causa del suddetto diluvio universale, il nostro aereo, proveniente da San Francisco, non solo non è ancora arrivato a Washington, ma è in realtà dovuto atterrare a Richmond (la capitale della Virginia, non lontana da Washington, non la cittadina accanto a Berkeley 🙂 ). Considerando che la stessa sorte è presumibilmente capitata ad altri aerei, si è generato un casino clamoroso con ritardi a catena per i voli in quella fascia di orario. La cosa beffarda è che, ovviamente, il diluvio ha avuto breve durata, e quindi gli aerei dei voli successivi non hanno avuto alcun problema ad atterrare e ripartire. E non è stato certo piacevole vedere che i voli per San Francisco delle 19.39, 19.59 e 22.05 via via partivano regolarmente mentre il tuo delle 17.15 rimaneva avvolto dalle tenebre dell’incertezza.

Naturalmente nel frattempo la mia mente andava a quando avevo fatto domanda di prenotazione del volo all’agenzia viaggi. Io avevo inizialmente richiesto il volo delle 16.30; a causa di un disguido, non si era riusciti a far subito la prenotazione, e il giorno successivo il prezzo era salito d’emblée di 300 €. Non di 10 o 20: no, 300 secchi. Beh poco male, c’era il volo delle 17.15, il cui prezzo era rimasto uguale a quello iniziale del volo delle 16.30: cosa cambieranno quei 45’ in più?! E infatti… (Per la cronaca, il volo delle 16.30 era partito bel bello verso le 18).

Comunque, finalmente alle 22.45 siamo riusciti a ripartire, e anzi l’ultima modifica dell’orario, con l’anticipo di 15 minuti, stava quasi per farmi perdere il volo! Sarebbe stato clamoroso! Naturalmente all’arrivo nel mio motel a Berkeley, alle 2.30 di notte (ossia le 5.30 di Washington), non ero esattamente fresco come un fiore.

Ma in effetti tutto questo non era stata la cosa peggiore della mia giornata. Il mio fantastico venerdì era infatti cominciato con un bel fulmine a ciel sereno: la ragazza che avrebbe dovuto subaffittarmi una camera nel suo appartamento, e con la quale avevo un accordo da un mese, aveva deciso di ritirarsi dall’accordo. E ben inteso che il programma era di vedersi la sera stessa per firmare il contratto. Per ovvie ragioni non entro nei dettagli, ma insomma mi ritrovavo a piedi. Per quella notte avevo già programmato di prendere il motel di cui sopra, perché la “mia” camera nell’appartamento era sprovvista di letto che avrei comprato il giorno dopo – il che risponde alla domanda: “Come motel?” che vi sarete nel frattempo fatti, e tra l’altro visto l’arrivo notturno la cosa mi era venuta anche buona – ma dovevo trovare una soluzione per i giorni successivi.

Appena prima di partire dalla sede della conferenza, avevo mandato una mail all’International House di Berkeley, la residenza degli studenti e dei ricercatori stranieri, per verificare se ci fosse disponibilità di una camera per il resto dell’estate, ossia fino al 12 agosto. Il prezzo delle stanze lì è notoriamente molto elevato, per usare un eufemismo – e durante l’estate, ho scoperto poi con grande gioia, è pure peggio – ma nell’emergenza mi era sembrata una soluzione più che ragionevole. Mi era stato subito risposto che ero fortunato (!) e c’era effettivamente disponibilità di una stanza: potevo/dovevo quindi attivarmi con la procedura di domanda, la quale è abbastanza complessa tra documenti da inviare e quant’altro. Un po’ perché in aeroporto mi veniva veramente complicato e un po’ perché in effetti volevo riflettere un momento sul prezzo davvero elevato, sono riuscito a completare il tutto solo l’indomani mattina. Ma si sa, queste cose succedono sempre il venerdì pomeriggio: l’indomani mattina era quindi sabato e sospettavo che le operazioni amministrative si sarebbero potute completare solo il lunedì mattina. Sospettavo bene e perciò… beh, mi si prospettavano – ad andar bene – altre due fantastiche notti in motel…

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