Alcatraz

Alcatraz

L’International House è sempre abbastanza prodiga nell’organizzare eventi sociali dedicati ai residenti. Accanto agli eventi in sede (tipo la serata caffè&dolci del mercoledì e quella dedicata ai giochi di società del venerdì), all’incirca una volta alla settimana vengono programmate delle escursioni. Fin dai primi giorni della mia permanenza, la mia attenzione era stata attirata da un annuncio in particolare:

Non ci ho pensato due volte e mi sono subito iscritto: del resto Alcatraz – probabilmente il carcere di massima sicurezza più famoso al mondo – è una delle mete imperdibili qui a San Francisco e peraltro, dopo aver fatto sempre tutto in modalità fai-da-te, una bella attività organizzata era benvenuta.

Cominciamo con un paio di foto dal Bay Bridge, per immortalare lo skyline di San Francisco ma soprattutto per far vedere dove si trova Alcatraz, che è l’isoletta sulla destra nella foto: si trova a circa un paio di chilometri dalla città, davanti al Fisherman’s Wharf.

In teoria tra San Francisco e Alcatraz si dovrebbe pure vedere il Golden Gate Bridge, ma notoriamente agosto è il mese peggiore quanto a nebbie, e oggi non fa eccezione, come potete (a malapena) vedere in quest’altra foto.

Peraltro è già l’una del pomeriggio, chissà com’era in mattinata… Ad ogni modo, a causa della topografia della città, le condizioni climatiche variano molto da quartiere a quartiere e quindi non è raro (come appunto oggi) che mentre le zone occidentali affacciate sul Pacifico sono avvolte dalla nebbia (a cominciare dal Sunset District… mai nome fu meno azzeccato 🙂 ), nella parte orientale della città, ossia quella interna che dà sulla Baia, ci sia il bel sole.

Comunque, bando alle divagazioni meteorologiche: ho ormai preso il traghetto e sto navigando verso l’isola. Nel frattempo, faccio in tempo a fare due chiacchiere con una famiglia vicentina lì seduta accanto a me, che si sta facendo il classico tour della West Coast. Fin dalla prima occhiata li avevo inquadrati come italiani, impressione matematicamente confermata non appena uno del gruppo aveva aperto bocca. Mentre stavo decidendo se attaccar bottone o meno, la nonna della famiglia se ne era uscita con un: “Mi sembra l’Isola d’Elba!” che mi aveva scatenato un immediato moto di riso, anche a causa dell’accento, che adoro 🙂 Ormai “smascherato”, a quel punto era venuto naturale parlottare un po’ con i cari connazionali.

Salutata la famiglia italiana, è finalmente ora di entrare nel vivo della visita. Nel pacchetto non è fornita una guida, e quindi vado di audioguida: sospetto infatti – e non mi sbaglierò – che ciò che rende davvero interessante questo posto sia la storia che c’è dietro e i suoi aneddoti, non tanto le cose da vedere in senso stretto. Del resto, era pur sempre una prigione, non la Reggia di Versailles!

Per storia, aneddoti e quant’altro – ad esempio da dove derivino il nome Alcatraz e il soprannome The Rock o quali siano state le più famose evasioni – come sempre vi rimando alla pagina Wikipedia.

Qui comunque un reportage fotografico. Dapprima un po’ di foto dell’esterno:

Il corpo principale, all’interno, è certamente con pochi fronzoli: nulla più di una sequela di celle, per giunta microscopiche (sono di circa 1.5 x 3 m).

Spogliatoi e docce:

Un paio di foto degli uffici e dei locali tecnici:

Ecco la vista su San Francisco, senz’altro fantastica, anche se non di grandissimo conforto per i detenuti, immagino!

Fra l’altro in quest’ultima foto potete vedere ciò cui accennavo prima, ossia il tempo soleggiato a est (sinistra) e la nebbia che si intravede a ovest (destra).

La mensa riporta ancora il menu dell’ultimo giorno di attività del carcere, il 21 marzo 1963:

Concludiamo con questa simpatico avvertimento che descrive bene che cosa fosse Alcatraz:

Naturalmente non sono io se non chiudo con una corsa megagalattica per prendere il traghetto (per poco non rotolo in acqua)! Alla fine comunque riesco a prenderlo e a completare la mia ben poco avventurosa… “Fuga da Alcatraz” 🙂

 

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