Serata cinema

Serata cinema

Sapevo che avrei pagato la mia sboronaggine sul meteo nei Giorni della Merla… e infatti qui continua a piovere che a confronto Edimburgo levati proprio. Anche l’ultimo weekend quindi è stato foriero più di attività casalinghe che di esplorazioni geografiche, ma come sempre ho comunque cercato di fare qualcosa di vagamente interessante. Una capatina al cinema, ho pensato, poteva fare decisamente al caso mio: un bel film è sempre una buona soluzione e, nel mio caso, non può che farmi bene in ottica di perfezionamento della lingua.

Il cinema del mio “quartiere” non proponeva granché di buono e quindi mi sono rivolto ai cinema in centro a Berkeley. Peraltro ci sono due multisala letteralmente a 80 metri l’una dall’altra, quindi la scelta era ampia. Avevo inizialmente puntato Fences (in Italia è Barriere), film drammatico, ma questo film era incompatibile con gli orari del bus, sicché ho virato su Arrival, film di fantascienza. Entrambi sono candidati all’Oscar, quindi – mi son detto – cado comunque in piedi. In effetti anche qui c’era un rischio sui tempi: Arrival dura 20′ meno di Fences, ma cominciava 10′ dopo… Insomma 10′ o poco più di pubblicità e trailer mi avrebbero fregato col bus… Ma nella vita di un uomo ogni tanto arriva il momento di prendere decisioni rischiose 🙂

Morale, mi avvio verso il cinema, puntando l’ultimo film della notte. Ultimo film della notte che in effetti è quello delle 21.50, ma sappiamo bene che gli orari qui in America sono spostati indietro rispetto all’Italia (tutti noi siamo cresciuti con i telefilm americani in cui il mascellone di turno comunica alla sua bella che “passerà alle sette”, sottinteso per uscire dopo cena). Meglio per me perché c’è meno gente.

All’esterno il cinema presenta la tipica insegna all’americana; dentro è abbastanza raccolto ed elegante e ricorda più le multisala di Milano città che non le mega multisala UCI e company (“Guarda come fa il figo adesso che si è trasferito a Milano” data a quota 24%, sondaggio Piepoli). Non ho fatto troppe foto perché qui vado sempre cauto, sia mai che ti scambino per un terrorista (cosa peraltro già successa a Washington nel mio viaggio precedente… e non quando stavo guidando a fari spenti vicino alla Casa Bianca… va beh questa la racconto un’altra volta).

Magari mi verrà sete? Bottiglietta d’acqua a 4.50 $. Bene, sono sicuro che non mi verrà sete. Ah, tra parentesi: biglietto del cinema 11 $, tutto sommato lusso, visto l’andazzo generale.

Ovviamente trailer e pubblicità durano esattamente 13′ e già la vedo male… Comunque il film è belloccio, non è Blade Runner, ma si merita soldi, tempo e rischio. Se ho capito bene, parla di una ragazza che si innamora di un vampiro cui brilla la pelle quando è esposta alla luce solare; gli chiede di trasformarla, ma lui non vuole e alla fine…. Ah ah dai scherzo 🙂 Il film è comunque un buon test d’inglese: lo seguo bene, anche se ovviamente qualcosina mi sfugge ancora. Poco male, tanto ho mesi e mesi per arrivare al 100%.

Per una questione di principio – e anche perché il finale è bello coinvolgente – non voglio uscire prima, anche se me la gioco sul filo di lana! Appena partono i titoli di coda, però, mi fiondo fuori! Arrivo subito all’uscita e nell’ordine vedo due cose: 1) un uragano che i monsoni di Calcutta sono una pioggerella fina e 2) il 51B che sparisce all’orizzonte tra i flutti.

A questo punto gli scenari sono tre:

  1. Aspettare che smetta un pochino e farmela a piedi: da lì a casa mia sarà una gestibilissima mezz’oretta (NB. ai più malfidenti ricordo che qui sono diventato un gran camminatore, essendo il mio ufficio a 20′ da casa. Certo, da quando ho scoperto la navetta gratuita con fermata a 3′ da casa non è che me la faccia sempre sempre eh 🙂 In pratica però la uso all’andata che è in salita, anche perché a tornare l’ultima è alle sette e quindi, per chi mi conosce…)
  2. Sondare senza ritegno Mauro, uno dei ragazzi italiani qui a Berkeley che mi aveva nel frattempo scritto: la proposta di unirmi a lui e altri per una birra – tra l’altro in un posto molto vicino al cinema – non era affatto male, ma giunta fuori tempo massimo… Chissà, magari è ancora in giro con tanto di macchina 🙂
  3. Elaborare un’idea geniale… ma l’idea geniale non arriva mai quando ti serve, maledizione!

Ovviamente parto dalla seconda! Altrettanto ovviamente il buon Mauro è già a casa, però l’averlo contattato mi è utile perché mi fornisce quella che potrebbe essere la soluzione 3, ossia andare di Uber (immancabile link Wikipedia per chi non fosse aggiornato). Ottima idea, mi dico: è una cosa che mi ero ripromesso di fare e cui non avevo più pensato. Certo, lì per lì scaricarmi l’app, iscrivermi e tutto quanto potrebbe essere un po’ un casino, ma il suggerimento non sembra affatto male.

Nel frattempo comunque mi sono spostato alla fermata del bus (che è attaccata al cinema ed è dotata di provvidenziale tettoia), non so, forse sperando che si materializzi una notturna M2 o una 90/91… No, una 90/91 magari anche no 🙂 Lì provo a spulciare gli orari degli altri bus, per vedere se magari ne passa un altro che transita non lontano da casa mia o qualcosa del genere. Tutto questo, ovviamente, con esiti sconfortanti: la buona AC Transit per oggi ha chiuso baracca e burattini.

In quel mentre però – il tutto mentre sto messaggiando con Mauro – compare sotto la tettoia una coppia di ragazzi, che non hanno l’aria di essere lì solo per ripararsi dalla pioggia. Se è vero, come è vero, che nessun bus sta per arrivare, qual buon vento li conduce qui? Con fare indagatorio e sempre con scarso ritegno allungo l’orecchio a mo’ di sassofono (immaginarsi la scena tipo cartone giapponese, prego), ma riesco solo a carpire lui che, più divertito che infastidito, dice all’amica “Guarda – mostrando lo smartphone – ci sono 42 gradi!” (i più saranno offesi per la precisazione, comunque stiamo ovviamente parlando di 42°F, ossia circa 5°C). Tra me e me, più infastidito che divertito, penso: “Te possino tu e i 42 fahrenheit, che cacchio ci fate qui?” A quel punto rompo gli indugi e decido di chiederglielo direttamente – magari in maniera un filo più educata – ma mentre sto per pronunciare “Mi scusi, quella giovine!”, ecco che si materializza il Night Safety Shuttle, per di più la Southside! Trattasi della navetta gentilmente fornita da UC Berkeley per scarrozzare nottetempo gli studenti che si danno ai bagordi, il tutto, come ovvio e molto americanamente, all’insegna della safety, ci mancherebbe. Anche qui, babbo io: ero a conoscenza delle navette notturne, ma, forse perché la mia navetta giornaliera funziona solo dal lunedì al venerdì, inconsciamente non avevo pensato a questa possibilità (del resto, se funzionasse solo nei giorni feriali, non sarebbe proprio una genialata). Faccio giusto in tempo a chiedere ai ragazzi che giro faccia, ma ormai dobbiamo salire e io mi butto, tanto Southside è zona mia. Una volta a bordo, i due studenti con calma mi spiegano bene il percorso che fa la navetta e ottengo conferma che vado benone: in pochi minuti arrivo alla fermata di casa. Per Uber ci sarà tempo 🙂

Quando arrivo a casa, ovviamente, ha smesso di piovere.

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