Go Bears!

Go Bears!

Ai miei più attenti lettori (!) questo titolo ricorderà il post (intitolato Go Dubs!) che avevo scritto a febbraio quando ero andato a vedere i Golden State Warriors, la squadra dell’NBA della Baia. In effetti rimaniamo nei dintorni: dopo il basket, non poteva mancare una partita di football! Non che sia esperto né appassionato, ma volevo togliermi lo sfizio di assistere ad uno dei veri e propri riti americani.

Stavolta però, come vedete, non ho puntato alle franchigie professionistiche – quindi i San Francisco 49ers o gli Oakland Raiders – ma mi sono “limitato” alla squadra di UC Berkeley, per l’appunto i Golden Bears (Golden Bears è peraltro il nome di tutte le squadre sportive dell’università). Come potete notare, qui sono tutti Golden, ma del resto la California è il Golden State, a ricordo della corsa all’oro che ebbe luogo proprio qui a San Francisco e dintorni negli anni 1848-1855, con il boom cominciato effettivamente nel 1849 (a tal proposito, indovinate un po’ perché i 49ers si chiamano 49ers 🙂 ). Quanto all’orso, beh l’orso californiano (ahilui estintosi nel 1922) è il simbolo della California. Morale, a suo tempo immagino non avranno penato troppo per decidere che nome dare alla squadra 🙂

Sopra ho scritto che mi sono “limitato” al football di college, ma è un’espressione abbastanza ingenerosa, nel senso che se ad esempio in Italia quasi nessuno si fila le partite delle giovanili delle squadre di calcio di Serie A, qui negli USA i campionati collegiali sono seguitissimi, con tanto di mega stadi (come avete visto nel post sulla cerimonia di consegna dei diplomi) e dirette sulle principali televisioni nazionali.

Come sanno bene i più esperti di sport americani, il football è giocato solo in autunno, essenzialmente da settembre a dicembre (a parte il Super Bowl delle squadre professionistiche, che si gioca verso fine gennaio / inizio febbraio). La stagione dei Golden Bears prevede dodici partite di stagione regolare, sei in casa e sei in trasferta. Delle sei qui in casa, due erano peraltro già state giocate. Insomma non c’erano troppe possibilità tra cui scegliere e allora la settimana scorsa mi son detto di non indugiare, dato che notoriamente del doman non v’è certezza: la partita di sabato 23 avrebbe fatto al caso mio. La partita peraltro era fissata per le 12.30, con sole ma non eccessivamente caldo, insomma condizioni climatiche perfette: perché quindi rimandare per poi magari dover andare in una sera di novembre con clima polare annesso? 🙂

Gli avversari erano i Trojans, ossia la squadra dell’University of Southern California (USC), che si trova a Los Angeles. Mezzo derby, quindi, anche se la vera rivalità di Berkeley è con Stanford, come avevo già avuto modo di scrivere. In ogni caso, qualunque squadra sarebbe andata bene.

Comunque, bando alle ciance e facciamo parlare le immagini! Lo stadio sta appena sopra il Campus, non esattamente in una zona super accessibile alle auto quindi. Gli spettatori devono pertanto parcheggiare letteralmente a chilometri e poi arrivare a piedi o con i mezzi. Insomma, attorno allo stadio c’è un bel casino, come potete vedere in queste foto.

In particolare, in questa vedete i tifosi che risalgono Bancroft Way, con tanto di vista sul Golden Gate Bridge.

In quest’altra vedete sullo sfondo l’International House (la mia sistemazione estiva); sulla sinistra, appena visibile, la tettoia della tribuna principale dello stadio; sulla destra, una delle tante confraternite, rigorosamente chiamate con lettere greche a caso.

Lo stadio non è tutto esaurito, ma c’è un sacco di gente (46747 spettatori mi dicono dalla regia, ossia la solita Wikipedia 🙂 ). Come vedete, c’è anche una nutrita presenza di ospiti che ne hanno approfittato per fare una gita da Los Angeles… naturalmente portandosi dietro cheerleader, corpo di ballo e compagnia bella!

Ovviamente si comincia con un sobrio ingresso dei giovani virgulti della Baia:

Qui un altro paio di foto della partita:

Non mancano nemmeno gli scrocconi che si godono la partita dalla collina senza pagare!

Onestamente, nonostante il prezzo del biglietto non esattamente irrisorio (purtroppo lo $0.00 scritto sul biglietto è fasullo 🙂 ), avevo già messo in conto che probabilmente non avrei guardato tutta la partita. Sapevo infatti che le partite di football possono essere infinite e che a un bel momento mi sarei probabilmente stancato. Come previsto, bello lo spettacolo, bella l’atmosfera, bello tutto, però a una certa mi rompo un po’ le scatole. Già il football non mi piace molto perché è super spezzettato, per di più i giovanotti non hanno giocato benissimo, o comunque non bene ai miei occhi inesperti: molti palloni lanciati a caso, azioni così così, cose del genere.

Morale, dopo un’ora e mezza mollo e decido di andare a farmi un pranzo decente invece di mangiare le schifezze propinate allo stadio… ed eravamo a metà del secondo quarto!

Come potete vedere a questo link che riporta la cronaca, la partita è poi finita attorno alle 16.20! Considerando che era cominciata effettivamente verso le 12.40, sono tre ore e quaranta minuti! Pochi rimpianti quindi: non avrei mai resistito fino a quell’ora.

Ciò non toglie che alla fine il tutto mi abbia fatto piacere: come detto, sono pur sempre negli States, una partita di football non poteva certo mancare!

PS. Come avete potuto vedere nel link qui sopra, i Golden Bears hanno perso 30-20, ma alla fine ‘sti gran… insomma, pazienza 🙂

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