Oakland

Oakland

Lo scorso 15 aprile, dopo le classiche faccende del sabato, avevo deciso di fare un salto ad Oakland. Era infatti piuttosto tardi per andare a San Francisco, ma quelle ore libere andavano sfruttate. Avevo quindi deciso di “mettere la spunta” sulla città principale della East Bay. Tra parentesi: Oakland non ha una bella fama, ma parlando in giro mi era stato detto che era molto migliorata negli ultimi anni, e anche la mia fidata guida National Geographic diceva che un salto lo valeva. “E Oakland sia!”, mi ero detto.

Vi starete chiedendo: ma ne parli adesso che sono passati sette mesi? (… ammazza, già sette mesi?!) In effetti a suo tempo, complice anche il fatto che non ci fosse nulla di straordinario da raccontare (come vedrete), avevo un po’ perso l’attimo fuggente per scrivere il relativo post. Erano passate una o due settimane e nel frattempo ero andato avanti con altri post. A quel punto avevo deciso di tenerlo come riserva per i periodi di magra. Negli ultimi giorni non ho fatto granché degno di nota e quindi, anche in considerazione che ormai siamo quasi alla fine del mio anno negli USA, ecco che quel sabato pomeriggio mi torna buono.

Il sabato era ovviamente cominciato con i soliti contrattempi. Tanto per cambiare infatti c’era una mega protesta a Berkeley downtown – sono state talmente numerose quest’anno che hanno persino scritto una pagina Wikipedia per farne un resoconto – che aveva causato la chiusura della relativa fermata della BART. “Cominciamo bene…”, avevo pensato. Va bene, quindi prendi il bus, vai alla fermata successiva e finalmente prendi la BART.

La mia visita era cominciata con i quartiere “storico” di Oakland, ergo con gli edifici di metà Ottocento. A parte alcuni edifici “normali” che si affacciano sulle strade, c’è proprio un parco, dal nome abbastanza autoesplicativo di “Preservation Park”, dove sono conservate numerose casette in stile vittoriano del periodo.

Il parchetto è carino, ma devo dire che sono un po’ a disagio. Dalla fermata della BART al parco non ho visto in giro quasi nessuno, benché sia in centro – o forse proprio perché sono in centro, che evidentemente nel weekend si svuota – e la zona intorno non trasmette tranquillità (eufemismo).

Comunque, punto verso il centro-centro, ossia verso i grattacieli e il Municipio. Quest’ultimo è anche carino, ma il deserto è veramente desertico e insomma non è che la cosa mi piaccia granché.

Decido di andare direttamente verso la parte (in teoria) migliore della gita, ossia il Lake Merritt, che è appunto un laghetto nei pressi del centro della città. Per andarci sono circa 20-25’ a piedi e devo dire che la mia sensazione di disagio aumenta. Comincio a vedere edifici sempre meno belli, loschi figuri sulla strada, un po’ un’atmosfera da film di Tarantino direi! Non che abbia paura, ma insomma è stata l’unica volta in tutto l’anno in cui non ero a mio agio. Mi infilo anche in un McDonald’s giusto per sedermi a riposare un pochino e (soprattutto) per ricaricare il telefono: dopo il Lake Merritt ho intenzione di fuggire quanto prima con UBER, e mi serve bello carico! (UBER infatti ciccia batteria peggio di un’acciaieria).

Comunque, arrivo al lago e devo dire che anche qui rimango abbastanza deluso. Sì, il lungolago non è malaccio e per fortuna l’ambiente è un po’ migliorato; ci sono anche alcune persone che fanno jogging, ma insomma, il panorama è quello che è. Forse sono io che ormai ho il mood negativo, ma non mi pare sto gran “gioiello di Oakland” come dice la pagina Wikipedia che ho linkato sopra (o va beh magari lo è in confronto al resto!).

 

Mi ero segnato un paio di parchetti attorno al lago, ma sono ormai abbastanza malfatto e non ho voglia di fermarmi oltre. Non mi resta che chiamare UBER. Tra l’altro, non ho ricaricato a sufficienza il cellulare, che si spegne prima che l’auto arrivi. Arriverà veramente?? Per fortuna sì: non ci sono ulteriori contrattempi e posso quindi tornare a casa. Tra l’altro sulla macchina parlotto un po’ con l’autista e i due ragazzi che sono già a bordo, uno dei quali mi dice di avere origini italiane: era uguale a Bin Laden, ma va beh, facciamo che l’ho presa per buona!

Insomma, niente da ricordare. Forse, mi dico, la parte di Jack London Square – ossia la zona commerciale sulla Baia – potrebbe essere più interessante… E magari i parchetti di cui sopra non sono male… Ma a dire la verità non ho gran voglia di scoprirlo: con Oakland direi che basta così!

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